venerdì 27 agosto 2010

Occhio o guancia?

Occhio per occhio... Oppure porgi l'altra guancia? Questo è il problema.
Lo spunto viene dalla vicenda di una persona che conosco e mi ha fatta riflettere, chiarendomi come la penso (sì: parlo con me stessa, come fa Homer Simpson con il suo cervello, e a volte mi capisco perfino, figuratevi un po') su un argomento piuttosto importante.
Premesso che sono convinta che le nostre idee su argomenti come questo siano imprescindibilmente legate alla nostra esperienza, io la penso così: è giusto che si raccolga ciò che si semina.
Nel bene e nel male.
Il tizio in questione non è esattamente il padre/marito/fratello/figlio/zio/amico/cittadino dell'anno.
Non so se mi sono spiegata.
Fatto sta che a un certo punto il tizio, come capita (purtroppo) a tanti, si trova ad affrontare un problema di salute piuttosto serio. Fortunatamente per lui tutto va per il meglio, ma al momento di essere dimesso serve qualcuno che lo aiuti con la riabilitazione. E... nessuno lo vuole. Non giriamoci intorno: amici non ne ha, e i parenti si impratichiscono con l'arte dello scaricabarile.
"Ma poverino!" direte voi.
Eh.
L'avrei detto anch'io, se non l'avessi conosciuto e non avessi conosciuto parte delle (moltissime) persone che ha ferito.
L'avrei detto anch'io se, al grido di "seconde occasioni", non mi fossi ritrovata fregata ben bene.

Io sono sempre stata una di quelle che combattono per le seconde occasioni.
Una di quelle che ne offrono agli altri, e che si battono perché altri le concedano.
E va bene.
Ma quando ti bruci la seconda (e la terza, e la quarta, e la quinta...) occasione in un modo così becero come hanno fatto coloro-che-non-devono-essere-nominati, ritengo sia giusto che ti becchi una bella porta in faccia, ecco.
Quindi, la morale è: mi piace pensare che si raccoglie ciò che si semina.
Mi piace pensare che se siamo sinceri, gentili, disponibili e generosi con gli altri, prima o poi avremo qualcosa di ciò che abbiamo dato.
Mi piace anche - parecchio - pensare che non si debba essere sinceri, gentili, disponibili e generosi con gli altri per avere qualcosa in cambio, ma solo perché ci piace vivere così.
A me piace, almeno quando ci riesco. E ci provo, giuro.
Certo: a volte la sincerità mette in difficoltà. Le persone possono offendersi. Oppure bisogna girare intorno alle piccole cose per non ferire i sentimenti altrui: siamo tutti diversi e abbiamo tutti le nostre debolezze, no?
Ma in fatto di occhi e guance, io la vedo così: niente occhio per occhio, la vendetta è una brutta cosa.
E niente porgere l'altra guancia (non siamo ridicoli: non è il caso, soprattutto con certa gente...)
L'unica regola che funziona, per quanto mi riguarda, è quella della semina e del raccolto.
Io credo si debba lasciare che ciascuno si comporti come meglio crede... e sia pronto ad affrontarne le conseguenze. Non credete anche voi?

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