mercoledì 7 maggio 2014

Self-publishing per tutti!

Sto dettando all'iPhone questo post. Speriamo non faccia troppi errori.
Io sto parlando piano, scandisco bene le parole e sono pronta per doppiare, che so, una pubblicità della Falqui; visto che sono a letto, tanto per cambiare, con il Signor Crohn in'zzato come una biscia da tre mesi (la primavera è arrivata da mo', FATTENE una ragione!) con coliche continue e complicanze varie (artrite peggiorata, ascessi, piaghe, febbre alta, dolori alla schiena, nausea, emicrania).
Non ho molta energia, ma ci tengo a servirmi di quella residua (dopodiché, fra un'ora esatta chiuderò gli occhi sperando di riposare) per parlarvi del self-publishing.
Alle 14.00 ci sarà la seconda #selfpubchat promossa da Narcissus.

Io ho partecipato alla prima, farò il possibile per partecipare alla seconda (ce la posso fare!) e ci tengo a parlare di self-publishing perché ci credo molto.
Ben 5 dei 10 libri che ho pubblicato finora sono usciti in self-publishing con Narcissus.
Ho già raccontato qui la mia esperienza, ma ci tengo a ribadire come il self-publishing sia un mezzo nel quale credo davvero.
L'immediatezza (il tuo libro è disponibile in 24 ore, da quando lo carichi su Narcissus: vuol dire finire di scrivere e dover attendere solo un giorno perché la tua fatica veda la luce); la totalità del controllo (decidi tu quanto costa, dove venderlo, cosa scriverci); la libertà di rimaneggiare il testo, aggiornarlo, rieditarlo, trasformarlo. Restando sempre detentore dei diritti, con la possibilità quindi di arrivare in libreria con un editore eventualmente interessato.
Io mi affido al self-publishing anche perché adoro gli ebook (ho già espresso il mio pensiero a riguardo, nell'ode al Kindle che descrive tutti i vantaggi del libro elettornico).
Ma per Marley chi? e Morto e mangiato, progetti benefici, e per I rompicoglioni non muoiono mai, il mio primo romanzo, volevo anche un'edizione cartacea. L'ho avuta, scegliendo tre mezzi diversi ma ugualmente validi.
L'unico "neo" è che i tuoi libri non sono in libreria, a portata di tutti.
Ma nel mio caso non è un grosso limite: ci sono opere che ho "bisogno" di scrivere, che ho voglia di scrivere e che scrivo e pubblico soprattutto per me stessa.
Poi ce ne sono altre, diverse, che hanno un editore e sono altrettanto valide.
E altre ancora che ho scritto non per me, ma per qualcun altro. E grazie al cuore di chi le ha trovate, hanno fatto il loro dovere.
E' sempre questione di obiettivi: ogni libro, soprattutto per una come me che scrive generi diversi (saggi e narrativa), ha una sua storia.
E ogni storia ha un veicolo ideale.
La via dell'autopubblicazione, con un self-publishing fatto come si deve, è certamente il veicolo ideale per alcuni dei miei lavori. E lo sarà senza dubbio per altri, futuri...


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