lunedì 31 agosto 2015

La Polee Bookaholic: i libri di agosto 2015


Mese ricco, mi ci ficco!
Ben 18 libri letti durante questo mese di vacanza, complici le molti (ahimé) giornate piovose, l’assenza di tv satellitare (la tv generalista? Brr…) e la lunghissima lista d’attesa di libri che avevo preparato con largo anticipo in vista di agosto. Il mio Kindle Voyage sembrava sul punto di scioperare per sfruttamento eccessivo. Ma è andata bene. Anche dal punto di vista del "mix": tanti libri diversi, per genere ed epoca.
Come sempre, niente spoiler sulla trama e tanti consigli su libri da leggere (poche le delusioni, questo mese!)
Buona lettura.

Internet Apocalypse di Wayne Gladstone
La prima parte è decisamente più riuscita rispetto a quella centrale. La conclusione delude, e parecchio… Ma per fortuna si riprende proprio nelle ultime pagine. Il divertimento non manca: le battute sono divertenti, i personaggi credibili, la situazione ipotizzata (la scomparsa del web, che si ritiene “rubato” da qualcuno) è intrigante. La lettura è scorrevole e costellata di personaggi bizzarri che mantengono viva l’attenzione del lettore. Consigliato soprattutto a chi non può fare a meno di controllare continuamente la posta elettronica e i social network, nemmeno quando è in vacanza. Per provare a immaginarsi (o a ricordare) un mondo senza internet.

Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen
Letto a distanza di molti anni, mantiene intatto il suo fascino. La prosa della Austen, fra le mie scrittrici preferite, è moderna, arguta, capace di catturare il lettore anche durante le parti descrittive e i dialoghi più noiosi, quelli che servono a caratterizzare i personaggi e la società dell’epoca con una minuziosa descrizione delle convenzioni sociali. Le trame dei romanzi della Austen, è vero, sono sempre molto simili (molti degli equivoci e degli “scandali” di “Orgoglio e pregiudizio” ricordano quelli di “Ragione e sentimento”, tanto per fare un esempio), ma ciò non toglie che scorrano immancabilmente lisce come l’olio. Per quanto complicate, intricate e insormontabili possano apparire le condizioni delle protagoniste, alla fine tutto va per il meglio. Con buona pace del lettore e di una risoluzione puntuale della vicenda principale e di tutte le sottotrame a essa collegate. Da leggere e rileggere, per scoprire come un romanzo diventa immortale.

Orgoglio e pregiudizio e zombie di Seth Grahame-Smith
Ho riletto l’originale, che non riprendevo in mano dai tempi dell’università, proprio per rinfrescarmi la memoria e confrontarlo con questo curioso esperimento. La prima parte di “Orgoglio e pregiudizio e zombie”, devo dirlo, è spassosissima. L’autore riprende la prosa della Austen, sostituendo la parola “scapolo” con “zombie” nella parte iniziale e usando i morti viventi che hanno infestato l’Inghilterra come pretesto per ogni contrattempo o difficoltà descritti nella trama. Il testo originale viene ripreso pedissequamente, a tratti fin troppo: qualche zombie in più non avrebbe guastato. Resta comunque un esperimento interessante, sebbene riuscito solo a metà. Alcune delle parti più squisitamente descrittive e alcuni dei personaggi secondari avrebbero potuto essere, se non tagliati, almeno resi protagonisti di storie legate agli zombie. Invece, purtroppo, ci si limita ad aggiungere dei personaggi divorati dai morti viventi o trasformati in essi. Peccato: un’occasione persa, che sicuramente avrebbe richiesto un lavoro molto più impegnativo e creativo da parte dell’autore, ma avrebbe al tempo stesso garantito un risultato di gran lunga superiore.

Orange is the new black di Piper Kerman
Quando l’ho acquistato in ebook su Amazon, ho condiviso la notizia su Facebook e mi sono arrivati molti messaggi e commenti sul genere: “Molto meglio la serie tv”. Pur avendone già viste tre stagioni  -  e adorandola, naturalmente - ho voluto imbarcarmi in quest’avventura: scoprire quanto c’era di vero nella storia che aveva ispirato la serie. Capisco come mai molti mi abbiano avvisata che il libro era inferiore alla storia vista in tv: c’è molta meno azione, molto meno sesso, e la Piper “vera” è decisamente più “ordinaria” di quella televisiva. Ciononostante, questa autobiografia è apprezzabile: racconta con sincerità la vita carceraria delle donne rinchiuse nella prigione federale di Darbont. Il sistema delle “caste”, le divisioni razziali, la lotta per i privilegi, il rispetto per le detenute più anziane, le difficoltà di inserimento, l’assenza di equità (decidono le guardie, anche quando sbagliano) e il bisogno di trovare una motivazione per affrontare la paura e la solitudine sono il pane quotidiano di Piper. Ma a colpire è il vero cuore del racconto: la raggiunta consapevolezza che, con il reato commesso e la pena ottenuta grazie al suo status di bianca borghese istruita, assistita da un avvocato di grido, Piper ha contribuito a mandare in galera tante delle sue nuove compagne d’avventura. La vergogna e l’angoscia scaturite da questo pensiero le permettono di maturare e fare tesoro di questa esperienza. Piper Kerman non ha vissuto le straordinarie avventure che abbiamo visto in tv, ma ha incontrato persone straordinarie, ha mostrato una forza straordinaria e ha scelto di portare sempre con sé quel vissuto, commuovendo nel finale di un memoriale che insegna come la differenza fra il bene e il male, la giustizia e l’ingiustizia, il caso e il destino, non sia che un filo sottile.

Alice in Zombieland di Gena Showalter
Confesso di esserci inciampata per sbaglio. Pensavo si trattasse di un testo sulla falsa riga di “Orgoglio e pregiudizio e zombie” (complice anche l’ingannevole copertina), la rivisitazione di un classico insomma, e invece mi sono trovata di fronte a un romance per adolescenti. Ciononostante, ho proseguito nella lettura e ho deciso di andare avanti con la saga. La parte di romance e lo stile, ovviamente, per chi non è un adolescente è mortalmente noiosa: questo romanzo ha un target molto specifico, e non farne parte rende particolarmente imbarazzanti i tentativi dell’autrice di rendere la protagonista simpatica con infantili battute davvero poco riuscite. Anche perché, in effetti, la protagonista - come spesso accade in questi romanzi - è la più antipatica fra i personaggi. Copiando un po’ da “Twilight” e un po’ da “The Vampire Diaries", la Showalter si adatta alla moda del momento e tira in ballo gli zombie. La parte interessante arriva proprio qui, perché gli zombie della saga non hanno nulla a che vedere con quelli a cui siamo abituati (morsi e relativa trasformazione a parte). L’aspetto spirituale della lotta contro il male prende il sopravvento, diventa protagonista sotto molti punti di vista, e il mistero del mondo spirituale, contrapposto a quello naturale, si dipana pian piano. Certo: bisogna avere la pazienza di tenere duro nelle parti romantiche, che sono quelle predominanti, ma l’aspetto soprannaturale della vicenda mi ha interessata al punto di farmi proseguire nella lettura. Sappiate, dunque, che se volete fare la stessa cosa dovrete prepararvi a una massiccia dose di melassa adolescenziale, per la quale - se avete superato l’adolescenza - siete decisamente troppo vecchi.

Zombie allo specchio di Gena Showalter
Il secondo capitolo della saga sulle avventure di Ali Bell ha un pregio: c’è più azione dal punto di vista della lotta contro i “mostri”, umani e non, si approfondisce la questione “zombie”, e si imparano nuove regole del mondo straordinario che fa da sfondo alle vicende. Peccato per la maggiore dose di romanticismo in stile harmony: tira e molla alla Bella ed Edward che fanno venire un po’ il latte alle ginocchia ai lettori adulti. Il personaggio di Cole (non dico altro: niente spoiler!) cambia a seconda delle esigenze romantiche dell’autrice, risultando poco convincente. Ma anche in questo secondo capitolo della saga, tralasciando il romance, l’avventura è interessante. Vengono introdotti nuovi personaggi e si approfondisce la conoscenza di quelli già presentati ai lettori. Come per il volume precedente: da leggere per la parte soprannaturale, da evitare per quella troppo sdolcinata.

L’amico ritrovato di Fred Uhlman
Un classico che non avevo ancora avuto occasione di leggere e che ho recuperato in un pomeriggio di vacanza. Questa novella di Fred Uhlman si legge tutta d’un fiato e resta impressa per la conclusione: un nome e un destino che racchiudono tutto il senso della vita. Quello che ti ricorda come, negli anni, tutto e tutti cambino. Quello che ti dice che devi apprezzare chi ha scelto per te, se lo ha fatto bene, e perdonare chi ha fatto scelte sbagliate perché era stato influenzato. Quello che attribuisce all’amicizia un ruolo di primo piano e la capacità di rimanere come un’impronta indelebile nella nostra mente, in particolare quando si tratta di amicizie giovanili. E poi, ultimo ma non meno importante, c’è quel senso della vita legato all’importanza di rivalutare, da adulti, i nostri anni da ragazzi. La voglia di scoprire cosa ne è stato dei nostri amici e dei nostri amori si scontra con la volontà di andare avanti per la nostra strada… Senza mai dimenticare che la nostra strada è fatta sempre di presente e di passato. Perché noi siamo il prodotto delle nostre esperienze, di quello che abbiamo vissuto.

Lessico famigliare di Natalia Ginzburg
Ci sono tante ragioni che hanno fatto di questa autobiografia un classico intramontabile. A cominciare dal linguaggio, quel lessico appunto, che tiene sempre alto il ritmo, riuscendo a legare con fluidità i continui passaggi da un argomento all’altro e l’infinità di personaggi citati. In prima persona, l’autrice ci racconta la vita della sua famiglia, e degli amici di famiglia, durante l’ascesa del fascismo. Il padre, intransigente e critico verso tutti e tutto, riesce a risultare comunque un personaggio positivo. La madre, donna semplice e innamorata dei suoi figli, incarna il senso della casa e dell’appartenenza. I fratelli e la sorella, con le loro vicissitudini, i loro caratteri molto diversi e gli scontri continui, vivacizzano la quotidianità e restituiscono un panorama umano completo. La Ginzburg ci racconta delle escursioni in montagna, delle cene con gli amici, della passione per la letteratura e la politica. Ci racconta le storie di Pavese, Balbo, di suo marito Leone Ginzburg e di molti altri intellettuali, politici e scrittori dell’epoca. Ci racconta i drammi degli arresti per antifascismo e cospirazione, così come la vedovanza e la nascita dei suoi figli, e lo fa sempre con l’immediatezza e la semplicità - che non indicano affatto superficialità - caratteristiche del suo stile. Da leggere per recuperare pezzo di storia italiana.

I personaggi più malvagi della storia di Shelley Klein e Miranda Twiss
Molto lungo (600 pagine), questo volume racchiude e aggiorna tre libri precedenti, dedicati dalle autrici agli uomini, alle donne e ai dittatori più malvagi di sempre. Dopo un’introduzione che cerca di spiegare - con molta semplicità ed efficacia - le ragioni dell’ascesa al potere di personaggi folli e crudeli, si passa a una lunga selezione di biografie. Non tutte sono approfondite e circostanziate, ma va detto che questo dipende dalla disponibilità delle fonti: più si va indietro nel tempo (e il libro parte dall’antica Roma), meno testimonianze e documenti sulle gesta dei personaggi ci sono pervenuti. Il mio giudizio è quindi positivo: le autrici raccontano fatti storicamente provati e condiscono il tutto con le leggende popolari (come quelle attorno alla morte di Elizabeth Bator e Vlad Tepes) e restituiscono ritratti obiettivi e interessanti. Che servono a noi, oggi, per provare a capire come sia stato possibile lasciar agire indisturbati molti di questi individui. Nella speranza che non accada mai più.

Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi
Un viaggio nella memoria, in un passato fatto di confinati (costretti a vivere in determinate località per questioni politiche da chi li riteneva una minaccia, come il protagonista), di disastri naturali che annunciano l’inefficienza statale, di preti che avvicinano ragazzini in modi inopportuni, di briganti ammanicati al potere: già negli anni Trenta c'era l'Italia di oggi. Con tutti i suoi vizi, le sue contraddizioni, la sua corruzione, la sua furberia. Gli italiani che truffano le assicurazioni americane, che mentono per evitare la leva ai figli, che tornano dall’America dopo aver fatto fortuna e in breve tempo si ritrovano in miseria. Levi descrive tutto con leggerezza, senza mai annoiare: i dettagli della vita contadina, le usanze paesane, la guerra, le superstizioni, le leggende popolari, il brigantaggio… La storia di un Paese e dei furbi che lo abitano da sempre. Un libro che in gran parte potrebbe sembrare scritto oggi, comprensivo di inquietanti premonizioni: un “pisciatoio pubblico” sovrastato da una targa con scritto: “ditta Renzi”.

Zona Z di Alessandro Girola
Ho iniziato a leggerlo senza rendermi conto che l’autore era lo stesso di “Scene selezionate della Pandemia Gialla”, che non avevo apprezzato. Visto che, comunque, si tratta di un volumetto molto breve (si legge in un’ora e mezza) ho deciso di proseguire. E ho trovato le stesse cose che non mi avevano convinta al primo giro: sebbene questo ebook sia più riuscito dell’altro (che era insopportabilmente copiato da “World War Z” di Max Brooks, con l’aggravante di una noia mortale), non posso dirmi del tutto soddisfatta. L’originalità vantata dall’autore nell’introduzione in effetti non c’è: spesso si citano direttamente le fonti, altre volte no (e dà fastidio: prendere la frase di “Zombi” di Romero sui centri commerciali senza citarlo è fastidioso per chi se ne accorge). Non è scritto male, questo va detto: la prosa è scorrevole e, tutto sommato, se lo si affronta senza troppe pretese di originalità, fa il suo dovere. Sconsiglio decisamente le “Scene selezionate”, mentre questo non è così deludente. Particolarmente interessante l’ambientazione, in una splendida parte d’Italia che conosco bene anch’io.

Ora Zero di Ray Bradbury
L’ho letto in attesa della serie tv prodotta da Spielberg e ispirata a questo racconto del 1947. Lo stile e il linguaggio sono coerenti con l’epoca: Bradbury ignora, volutamente, alcune regole base della narrazione a favore di un clima poco verosimile (i genitori di vari Stati e città non sospettano nulla, nonostante le chiare rivelazioni); il tutto ha lo scopo di mostrare la superficialità di uomini e donne che fingono solamente di curarsi dei loro bambini. Il potere dell’immaginazione infantile è la chiave di tutto: della manipolazione, dell’incapacità di distinguere un gioco dalla realtà, della differenza che classifica come “vecchi” dei dodicenni che hanno già capito come gira il mondo dei grandi. Il mistero e la tensione derivano tutti da qui: dall’errore di prendere per vero il mondo degli adulti, relegando a “fittizio” quello dei giochi infantili.

L’ultimo. Il memoriale inedito della guardia del corpo di Hitler di Rochus Misch
Sono combattuta: se da un lato fornisce una preziosa testimonianza storica, ricca di dettagli che in altro modo non avremmo potuto conoscere, dall’altro lato fa arrabbiare. Il continuo ripetere “non sapevo niente, non avevo capito, ero solo la guardia del corpo, ero all’oscuro di tutto” da parte dell’autore è fastidioso, irritante, esasperante. Se si fosse limitato a (cercare di) convincerci della sua totale estraneità agli orrori nazisti nell’introduzione, il risultato non sarebbe stato così compromesso. In questo modo, invece, le continue dichiarazioni di “innocenza” suonano tanto come un disco rotto: quello che un colpevole continua a far suonare per convincerci della sua innocenza. Se veramente Misch era all’oscuro di tutto, che bisogno c’è di ripeterlo fino alla nausea? Ciononostante, la lettura è istruttiva. Il valore storico, ripeto, è oggettivo. Ma dal punto di vista morale, le questioni aperte restano tante. Troppe.

I segreti del padre di Greg Iles
Confesso: ci sono rimasta davvero male. Ero totalmente catturata dalla storia, dai personaggi, dai segreti. E poi il romanzo breve è finito. Non mi ero accorta che fosse una novella. Non avevo guardato la lunghezza del testo, mi ero limitata a immergermi subito nella lettura. Ben scritto, avvincente (il protagonista cita le opere di Grisham, a cui l’autore non ha proprio nulla da invidiare). Peccato per la delusione del finale, che arriva troppo presto. Ma almeno ho scoperto Iles: sicuramente leggerò i suoi romanzi.



La lettera rubata di E.A. Poe
Come molti altri, credo, ho letto l’opera omnia di Poe da ragazza. A questa “lettera rubata”, però, sono particolarmente affezionata, così l’ho scelta per la rilettura, e non paga l’ho anche ascoltata in audiolibro. Come in una favola vera e propria, ma per adulti, Poe racconta magistralmente le gesta dell’investigatore improvvisato Dupin, la corruzione della politica (il ministro ricattatore), l’inettitudine degli organi investigativi (il prefetto), la capacità di costruire una vicenda avvincente attorno a una questione apparentemente insignificante. I dialoghi sono verosimili e mai noiosi, anche quando i personaggi si dilungano nelle descrizioni. Che altro dire? C’è una ragione se io, e molti altri, abbiamo letto e riletto l’opera omnia di Poe…

Un mese con Montalbano di Andrea Camilleri
Trenta racconti che, nelle intenzioni dell’autore, avrebbero dovuto tenermi compagnia per un mese (lettura consigliata: uno al giorno, per un mese intero). Ma io non ce l’ho fatta, e l’ho “bruciato” in tre giorni. La scrittura di Camilleri è suggestiva, impeccabile e al tempo stesso famigliare, informale ma non priva di fascino. Per quanto mi riguarda, con Montalbano l’autore raggiunge il massimo sotto tutti questi punti di vista, trascinandoti in un’atmosfera accogliente, che ti fa sentire a casa mentre aspetti la conclusione - spesso a sorpresa - di ogni racconto. L’unica pecca? Alcuni, quando finiscono, ti lasciano con l’amaro in bocca: ne vorresti ancora!

Non dite alla mamma che faccio la segretaria di Debora Attanasio
Come faccio sempre quando mi regalano un libro, ho iniziato a leggerlo “a scatola chiusa”. Non sapevo quindi di cosa trattasse… Ed è stata una vera scoperta. Un pezzo di storia d’Italia per chi, come quelli della mia generazione, aveva vissuto tutto attraverso la cronaca: l’età d’oro del porno italiano, con i suoi protagonisti “prezzemolini” in tv e sulle riviste, la candidatura di Moana Pozzi a sindaco di Roma, il Partito dell’Amore, le provocazioni, i cambiamenti politici, il gossip e gli amori. A raccontarci tutto questo, con un’autobiografia scritta molto bene e ricca di ironia, è Debora Attanasio, che per anni fu la segretaria di Riccardo Schicchi, il “re Mida” dell’industria pornografica in Italia, fondatore della celebre agenzia “Diva Futura”. L’autrice descrive il suo impatto, casuale, con il mondo della pornografia, le esilaranti disavventure con i maniaci al telefono e gli aspiranti pornodivi, l’amicizia con Eva Henger e Moana Pozzi, ma soprattutto le avventure quotidiane di un lavoro “ordinario” - Debora ha sempre fatto la segretaria, solo e soltanto quella - sullo sfondo di un mondo “straordinario”. Fra arresti, indagini, manifestazioni e inno alla “amoralità”, ma non alla “immoralità”, riviviamo un pezzo di storia e di un’Italia che non c’è più. Rigorosamente consigliato agli over 35, gli unici in grado di associare un viso a un nome e a lasciarsi trasportare dalla vera magia di questo romanzo: un tuffo nel passato. In quel passato in cui sui film porno si poteva ancora scherzare e fare marketing all’avanguardia.

La strada di San Giovanni di Italo Calvino

Cinque racconti che il grande scrittore intendeva come “esercizi di memoria”, scritti fra gli anni ’60 e ’70. Cinque argomenti completamente differenti, dall’amore per il cinema ai ricordi di gioventù, dalle battaglie di una guerra terribile a una prospettiva diversa per guardare il mondo, fino… alla spazzatura. Solo un genio del calibro di Calvino poteva costruire un racconto attorno al rito del portar fuori la spazzatura, identificandolo come una parte importante della vita di ciascuno e sottolineandone tutti i risvolti sociali. Pubblicati postumi, questi racconti non sono certamente fra le opere migliori dell’autore, che li ha intesi in parte anche come “esercizi di stile”: due dei racconti contengono pagine e pagine senza nemmeno un punto. Ma hanno comunque grande rilevanza, perché testimoniano l’arte e l’immaginazione di uno dei più preziosi autori italiani di sempre.

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