lunedì 5 giugno 2017

Tutta questione di culo (donne, bici e fondelli)

La vita, si sa, è tutta questione di culo.
Un po' in ogni campo, non fingiamo di non saperlo, ma in particolare se sei donna e vai in bici.
Più in particolare, se sei donna, sei supersupercicciona e dopo 30 anni ti capita di rimettere le chiappe sulla sella di una bicicletta: tempo 6 chilometri, coi tuoi bravi pantaloni della tuta alla zuava, e per i successivi 3 giorni non riuscirai più a sederti. Finendo per essere costretta a inventarti assurde e complicatissime posizioni per guardare la TV mentre prendi appunti sul computer. Ma questa è un'altra storia.
Restiamo alla questione di culo, che come dicevamo è fondamentale.
Da quel giorno e da quei 6 chilometri sono passati 13 mesi e 30 chili (oltre al radicale cambiamento di terapia farmacologica per le mie affezionatissime malattie croniche, che ha portato appunto alla massiccia variazione di peso).


Da quel giorno, in cui mi toccava andare in bici coi jeans o la tuta perché non trovavo uno straccio di pantaloncino imbottito che mi entrasse, è cambiato tutto.
Un paio di mesi dopo quel giorno mi trovavo ampiamente rifornita di pantaloncini con fondello, perché va bene tutto ma lavorare scrivendo al computer sdraiati su un fianco è scomodo.
Unico problema: tutti i pantaloncini imbottiti di cui disponevo erano da uomo. Ergo, infinitamente scomodi per una donna (e non imbottiti nei punti giusti).
Senza contare le bretelle, che quando sei bella bardata con 3 strati di vestiario perché inizia a fare freddo e ti scappa la pipì subito prima di uscire in bici è un vero casino.
Poi, un paio di settimane fa, il miracolo: ho indossato il mio primo pantaloncino da ciclismo da donna (e da allora uso solo ed esclusivamente quelli, che ve lo dico a fare).
Il "signor Bianchi", oltre che adorato creatore della mia amatissima bici, è anche produttore del migliore abbigliamento da ciclismo. E di marche ne ho cercate/provate/valutate davvero tante, visto che avevo problemi a trovare le taglie.
Il signor Bianchi, inoltre, è così bravo che è fra i pochi - se non l'unico - a considerare il fatto che ci sono tante donne che amano il ciclismo. Tante donne, di tante forme. I suoi pantaloncini tecnici infatti vanno dalla XS alla XXL: ce n'è per tutte le donne. Davvero per tutte.
La stragrande maggioranza degli altri produttori, invece, si limita a tre taglie: S, M, L.
E in gran parte dei casi, con "L" intendono in realtà dire "magra impiccata".
Ma non lui. Così, il signor Bianchi mi ha cambiato la vita. Di nuovo.
Ancora me lo ricordo, il primo giro col fondello da donna. Senza bretelle. E con la giusta lunghezza di pantaloncino: le taglie da supersupercicciona, essendo da uomo, finivano sempre per essere lunghe.
I pantaloncini che dovrebbero arrivare a metà coscia mi arrivavano puntualmente sotto il ginocchio.
E vi assicuro che quando fa caldo, pedalare con la gamba "libera" è tutta un'altra cosa.
Va bene, direte voi a questo punto: buon per te, ma a noi che importa? A noi che rientriamo da sempre nelle taglie "normali", che cosa viene in tasca? Ve lo dico subito: informazioni fondamentali.
a) Se siete donne e comprate i pantaloncini da uomo perché vi è capitato di trovarne di bellissimi, o perché vi è capitato che la "L" da donna magra impiccata non vi entrasse, smettete immediatamente. Il signor Bianchi ha tutto anche per voi.
b) Se siete ciclisti, che abbiate una bici da strada o una mountain bike, dovreste sapere a quale marchio rivolgervi per ottenere il meglio della tecnologia e del design. E ora lo sapete.
c) Se siete il signor Bianchi (o qualcuno che fa parte della sua grande famiglia), dovete assolutamente saperlo: voi fate felici le persone. Soprattutto le donne. E in particolare questa donna.
Niente male, no?

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